
In origine, per gli Antichi Egizi, questa Dea felina, era aggressiva, guerriera, potente e selvaggia associata alla leonessa Sakhmet che sputava fuoco sui nemici del Faraone.

La leggenda dice che dopo un periodo di esilio tornò in Egitto sotto forma di un tranquillo gatto domestico ma con i naturali istinti del predatore,

rappresentata a volte come figlia del dio sole Ra mentre decapita il serpente dell'oltretomba Aphophis.

Questa trasformazione caratteriale di Bastet può derivare da vari cambiamenti: culturale, politico o spirituale nell'Antico Egitto,

ma di certo rappresenta l'addomesticamento delle forze bestiali e selvaggie nella natura umana, simbolo di civiltà e trionfo della diplomazia sul conflitto.

Spesso è raffigurata come una donna con la testa di gatto e a volte è circondata da una cucciolata di gattini.

In alcune tradizioni si riteneva che Bastet fosse figlia di Iside e Osiride e sorella di Horus.

Il geroglifico del suo nome è il simbolo di un portaprofumi di alabastro sigillato.

Il profumo avrebbe avuto un ruolo importante nel rituale di purificazione del suo culto probabilmente associato alla fertilità.

Nel suo culto la profumazione e la purificazione forse rappresentavano ciò che il corpo femminile effettuava attraverso il ciclo mestruale.

Il gatto era anche un simbolo di disponibilità sessuale quindi il profumo di Bastet poteva dunque essere inteso come l’odore della seduzione.

Era una divinità che gli Egizi onoravano con molto affetto e devozione

e alla loro morte venivano mummificati con elaborate fasciature e la raffigurazione di tipologie ed espressioni.